virginie despentes e il matrimonio per tutt*

la saggia cagna è tornata a parlare nel 2012 con questo intervento in risposta a jospin. si può essere più o meno d’accordo con il suo discorso, ma penso sia importante leggere perché prenda parola su questo tema.
è vero e lo sappiamo bene che il matrimonio è un’istituzione che sancisce privilegi e irrobustisce gerarchie, e molti discorsi sono stati lucidamente fatti sull’inopportunità di rivendicare il riconoscimento di una propria unione, dallo e davanti allo stato, nella propria agenda politica. (e parlo anche con tutte le contraddizioni di una che a vent’anni si è ritrovata ad esser testimone di nozze dei suoi genitori. una mezz’ora in comune, intima, con mia madre deformata dalla chemio. e la brutalità del suo volto deformato mi sembrava dicesse all’assessore di non so cosa,  guarda che non l’abbiamo fatto fino ad ora, lo faccio solo davanti alla morte perché ora non possiamo continuare ad evitarlo. perché voglio che il mio compagno di vita possa ancora agire come abbiamo fatto in questi decenni e altrimenti non potrebbe farlo. perché è una libertà, che se non fossimo sposati tu gli avresti sottratto).
ma visto che, nonostante le nostre reti felici, la società in cui viviamo è una merda con cui i conti non possiamo non farli, dobbiamo anche pensare, almeno per come la vedo io, che un modo per farlo implodere, il matrimonio come istituzione-privilegio intendo, è riconoscerlo a tutt*, e proprio a tutt* (poligamic* inclus*, perché non riconoscere la poligamia è precisamente uno dei modi in cui l’europa continua a far fuori “gli altri”, o meglio le altre, dai propri confini).
(ps. tanto per rimanere in “famiglia”, a quel dibattito aveva preso parte anche beatriz preciado, con quest’ottimo intervento )
“Allora questa settimana è lionel jospin che ci si attacca. pensa che non si stiano ascoltando abbastanza cavolate come queste, sul matrimonio gay, e allora ci mette del suo. Tranquillo eh, è senza omofobia. Non ha mica detto che abbiamo il diritto di menare il frocio o di rovinare la vita delle ragazzine lesbiche al liceo, no, giusto, ci teneva a segnalare: attenzione, con il matrimonio, si finisce alle ortiche. “L’umanità è strutturata sul rapporto uomo donna”. Giusto, senza omofobia: le lesbiche e i froci non fanno veramente parte dell’umanità. Non sono sterili – ma dato che non vivono in coppia, non si tratta di umano puro succo, non dell’umano-umano come è il signor jospin. Non è molto delicato per i celibi e le persone senza figli, il suo discorso, ma jospin è così: ha una idea forte di cosa sia l’umanità, e l’umanità sono le donne e gli uomini che vivono insieme, copulano e producono figli per la patria. E’ un po’ un peccato per le donne, dato che, di fatto, questa umanità è la storia di come sono state fregate durante millenni, ma è l’umanità, che vuoi, mica la si cambia. E bisogna ammetterlo: c’è una gran parte dell’umanità, che può pretendere dalle istituzioni, e un’altra, una casta meno nobile, meno umana. quella che dovrebbe ritenersi felice di non essere perseguitata, e che non venga, in più, a reclamare dei diritti allo stato. Ma è detto senza animosità eh, senza omofobia, soltanto che: l’umanita, certi di noi ne fanno meno parte di altri. Proust, genet, leduc, wittig, per esempio: meno umani che gli etero. Dunque, secondo lionel josepin, bisogna che io capisca, e che non me la prenda a male: da quando non succhio più cazzi, conto meno. E non dovrei più reclamare gli stessi diritti. E’ quasi una questione di buon senso.
Ma è detto senza omofobia, è questo che è bene. come tutti gli etero che hanno qualcosa da dire contro il matrimonio gay. E’ il buon senso più che l’omofobia che li spinge a esprimersi. In questo dibattito, nessuno è omofobo. Sono solo contro l’eguaglianza dei diritti. E nella bocca di jospin lo si capisce bene: non soltanto contro l’eguaglianza dei diritti tra omo e etero, ma anche contro l’eguaglianza di diritti tra donne e uomini. Perchè è chiaro che fino a quando si resterà attaccati a quelle categorie, non si sarà mai eguali.
Mi ero già detta che non mi vedevo “donna” come sono le “donne” che scopano a gratis con degli uomini come lui, ma fino a questa dichiarazione, non avevo pensato a non definirmi più come parte dell’umanità. Mi ci vuole un po’ di tempo a mettermela via. E’ perché sono diventata lesbica troppo tardi, probabilmente. Non sono ancora abituata a che mi si rimetta al mio posto ogni cinque minuti. Il mio nuovo posto, quello dei tollerati.
All’inizio, di questa storia del matrimonio, non sapevo quasi che farmene – ma a forza di ascoltarli, tutti, senza omofobia, ricordarci che non valiamo quello che vale un etero, ha iniziato ad interessarmi.
Non so cosa lionel jospin intenda per umanità. Non molto tempo fa, una donna che finiva incinta fuori dal matrimonio era una paria. se restava incinta di un uomo sposato ad un’altra, nel nome della dignità umana le si faceva vivere l’inferno in terra. Si poteva anche pensare di bruciarla come strega. Ne si sono fatte salire sul rogo per molto meno. La si poteva cacciare dal villaggio a pietrate. Il figlio era un bastardo, un meno che niente. beh, qualche decennio più tardi, non si trova più nulla da ridire. Siamo per questo diventati meno umani, secondo lionel jospin? L’umanità è stata così perduta? In quale momento dell’evoluzione dobbiamo bloccare il cursore della tolleranza?
Jospin, come molti degli oppositori al matrimonio gay, è un uomo divorziato. Come copé, le pen, sarkozy, dati e tutti quanti. Questo mettersi d’accordo con la promessa del matrimonio fa parte delle evoluzioni felici. I figli dei divorziati sopportano padrini-madrine a palate, allora a casa loro non c’è più un papa o una mamma, ma è subito la collettività. Sappiamo che gli eterosessuali divorziano più facilmente di quanto cambino macchina. Sappiamo che l’adulterio è uno sport corrente (che si leggano su internet i commenti di etero dopo le dimissioni di petraeus per aver tradito la sua donna e si comprende l’importanza della monogamia nell’eterosessualità – non ci credono un solo secondo, si tradisce come si respira, e si trova inammissibile che qualcuno ci ficchi il naso) e si sa per esperienza che non pensano che fare dei figli fuori dal matrimonio sia un problema. Possono anche fare dei figli fuori dal matrimonio, anche stando sposati, e tutti lo trovano formidabile. Molto bene. Io sono per tutto quello che è punk rock, allora questa idea di un’immensa orgia tra amic*, francamente, la trovo super adeguata. Ma perché tanta morbidezza morale quando sono gli etero che si puliscono il culo con la promessa del matrimonio, e questa rigidità indignata quando si tratta di omosessuali? Sporcheremmo l’istituzione? La devieremmo? Ma ragazzi, anche mettendoci tutti i destroy del mondo, non la devieremmo mai tanto quanto voi avete già fatto, è persa in partenza.. nello stato in cui si trova, il matrimonio, quello che è eccezionale è che ce se ne serva ancora. Il vaticano brandisce la poligamia – come le lesbiche e i froci, un solo sacco basterebbe, ma non è né razzista né omofobo, siamo sottili, anche se lo sappiamo che le ragazze velate, neanche loro fanno parte dell’umanità che concepisce quella sinistra, ma andiamo avanti – non fatevene per la poligamia: ci siete già. quando un buonuomo paga tre pensioni alimentari, cos’è, se non una forma di poligamia? che i cattolici si occupino di scomunicare tutti quelli che non rispettano l’istituzione, che si occupino dei comportamenti di chi si è spostato in chiesa, li occuperà talmente tanto  mettere un po’ d’ordine che non avranno più tempo da perdere con le coppie che chiedono il matrimonio in comune.
ed è uguale, per i figli, non ve ne fate per loro: non si potrà comportarsi più maleducatamente che quello che state facendo. essere dei genitori più sordidi, inattenti, egoisti, menefreghisti, nevrotici e tossici – impossibile. tranquillizzatevi con tutto ci`. il peggio, ve ne occupate già molto bene voi.
tutto ciò senza contare che l’umanità ne subisce degli altri, di oltraggi, più gravi, in questo momento, le lesbiche e i froci non ci stanno per nulla, trovo lionel jospin mal organizzato nelle sue priorità di irritazione. ci sono, nel 2012, delle minacce alla morale più brutali e più difficili da ammettere che l’idea che due donne vogliano sposarsi tra loro. questo, cosa può fare? lo so, lo capisco, disturba l’oppressore che due cagne dimentichino il collare, disturba il mantenerle sotto il giogo dell’eterosessualità, è spiacevole, le si tiene meno bene. a volte la vittima non ha voglia di lasciarsi fare ringraziando il suo carnefice, pensavo che una formazione socialista permette di comprenderlo. ma no, certe formazioni socialiste portano a dividere gli esseri umani in due categorie: i veri umani, e quelli che dovrebbero nascondersi e tacere.
ho l’impressione che innamorandomi di una ragazza (che, in ogni caso, rifiuta di riconoscersi come donna, ma lascio questo a lato per non far deragliare la macchina a rifiuti degli umani-meno umani di lionel josepin) ho perso una metà della mia cittadinanza. ho l’impressione di essere punita. non vedo come capirla in altro modo. sono punita per non essere un’eterototata, umana al cento per cento. durante 35 anni, avevo pieni diritti, ora devo accontentarmi di una metà/. mi immalinconisce che lo stato metta così tanto tempo per far sapere a lionel josepin e ai suoi amici cattolici che possono pensarlo, ma che la legge non è dal loro lato.
se domani mi si annuncia che ho un tumore al cervello e che in sei mesi sarà finita, io non dispongo di alcun contratto facile da firmare con la persona con cui vivo da otto anni per assicurarmi che tutto quello che è a casa nostra sarà a lei. se la morte ci separa, tutto quello che mi appartiene le appartiene. se fossi etero, si risolverebbe in cinque minuti: un salto in comune e tutto quello che è mio è suo. e viceversa. ma sono lesbica. quindi, secondo lionel jospin, è normale che la mia successione sia difficile da stabilire. che la si possa contestatre. che lei debba pagare sessanta per cento di tasse per toccarla. una piccola tassa non omofobica, ma che siamo i soli a dover pagare quando si vive in coppia. che non importa chi della mia famiglia possa contestare il suo diritto a gestire quello che lascio, è normale, è il prezzo da pagare per la non-eterosessualità. la persona con cui vivo da 8 anni è la sola persona che sa cosa c’è nel mio computer e quello che voglio farne. vorrei, se mi succedesse qualcosa, sapere che sarà lei la persona che gestirà quello che lascio. come fanno gli etero. signor jospin, come gli altri etero, se domani il demone di mezzanotte lo cogliesse e gli prendesse il sangue, può assicurarsi che una piccola etero toccherà parte della sua eredità. voglio avere lo stesso diritto. voglio gli stessi diritti che lui e i suoi eteroti, voglio esattamente gli stessi. pago le stesse tasse che un umano etero, ho gli stessi doveri, voglio gli stessi diritti – me ne fotto di sapere se lionel josepin e i suoi colleghi non omofobi ma comunque coscienti che la froceria deve avere un prezzo sociale, mi includano o meno nella loro concezione dell’umanità, voglio che lo stato mi faccia sapere che sono un’umana, allo stesso titolo che gli altri. anche senza cazzo in culo. anche se non fornisco bambini al mio paese.
la questione dell’eredità è centrale nell’istituzione del matrimonio. i sordi, i ciechi e i mal formati non hanno potuto per molto tempo ereditare. non erano abbastanza umani. mi sembra felice che si sia finito con questo. anche le donne non ereditavano. non avevano anima. i loro organi riproduttori impedivano loro di occuparsi delle cose della città. ancora dei jospin nella sala, all’epoca si chiamavano proudhon. ho voglia di vivere in un paese dove non si lasciano i jospin fare la cernita tra chi accede all’umanità e chi deve restare nella vergogna.
non vedo alcun’altra parola che omofobia per descrivere quello che sento nell’ostilità nei miei riguardi, da quando è iniziato questo dibattito. sono cresciuta etero, trovando normale avere gli stessi diritti che tutti. invecchio lesbica, e non amo la sensazione di aver questi vecchi bavosi interessati al mio caso e che mi dichiarano “deviante”. vorrrei potermi sposare e poterlo non fare. nessuno deve scrutare con chi dormo e con chi vivo. non mi devo sentire punita perché scappo dall’eterossessualità.
non vi lascio in pace voi, tutti, con i vostri matrimoni marciti. con i vostri figli che non festeggeranno più natale in famiglia, con tutta la famiglia, perché è saltata in due, quattro, dieci. arrangiatevi con la vostra cazzo di eterossessualità come vi va, trovate delle idiote che vi succhino il pene dicendo che è geniale farlo gratis prima di farvi sputare nel bacino in pensioni compensatorie. vivete le vostre vite di merda come le intendete, e datemi il diritto di vivermi la mia, come la intendo io, con gli stessi doveri e le stesse compensazioni che voi.
e allo stesso modo, pietà, smettetela con le idiozie da psicologhi sui bambini adottati che devono potersi immaginare che i loro genitori li abbiano concepiti assieme. per i bambini adottati da un solo genitore, è ignobile sentirvi blaterare. ma soprattutto, smettela di credere che un piccolo coreano o un picolo haitiano guardi i suoi due genitori caucasici immaginando di essere uscito dal loro ventre. è adottato, se la viva bene o se la viva male ma sa molto bene che non è il figlio di quella coppia. smettetela di importunarci con il modello padre e madre che sappiamo bene che la maggior parte dei bambini cresce in un altro modo, e che è sempre stato così. quando i dirigenti dichiarano una guerra, si fottono di sapere che preparano una generazione di orfani di padre. smettetela di raccontare storie del tipo che l’eterosessualità all’occidentale è il solo modo di vivere insieme, che è il solo modo di far parte dell’umanità. salite sulle spalle delle lesbiche e dei froci per cantare le vostre litanie. prego, non si è la per questo. le vostre vite nell’insieme sono piuttosto merdose, le vostre vite amorose sono piuttosto calamitate, smettetela di credere che non si veda. lasciate le lesbiche e i froci gestire la loro vita come la intendono. nessuno ha voglia di prendervi come modello. occupatevi piuttosto di costruire più rifugi per i senzafissadimora che prigioni, questo cambierà la vita di tutti. dormire su un cartone e non sapere dove andare a pisciare non è una scelta di vita, è un terrore politico, mi stupisco che il matrimonio vi annebbi così tanto, che sia jospin o il vaticano, mentre la miseria vi appare a questo punto sopportabile”.
This entry was posted in General and tagged , , , , . Bookmark the permalink.