Perché non firmo la petizione a Boldrini e Idem

 Cerco di chiarirmi e di socializzare i motivi per cui questa petizione non riesco a firmarla..  
GentilissimePresidente della Camera Laura BoldriniE Ministra Josefa Idem
Abbiamo per anni osservato e monitorato la comunicazione in rete e i delitti riconducibili a questioni di genere.
Conosciamo tutto ciò che si muove nel web e sappiamo molto di vittime di violenza fisica e psicologica.
Per arginare la violenza e il sessismo in rete servirebbe una maggiore consapevolezza del mezzo usato. Suggeriamo perciò di avviare una iniziativa che miri all’alfabetizzazione che abbia come obiettivo quello di educare all’uso della rete nel rispetto dei generi, di donne, gay, lesbiche, trans, uomini, persone, di qualunque etnia e cultura e di qualunque estrazione politica.
La rete è usata spesso come luogo di scontro e opposizione politica, di genere, tra squadrismi che nel caso in cui abbiano a oggetto una donna, un gay, una lesbica, una trans o, come nel caso della Ministra Cècile Kyenge, una persona ritenuta “straniera”, esplicitano un odio che è espressione di una mentalità ampiamente diffusa nel mondo reale.
Abbiamo visto persone di qualunque genere, donne incluse, scagliarsi contro persone vulnerabili in episodi di cyberbullismo e cyberstalking che a volte sono costati la vita a ragazzine che non hanno retto il peso di tanta pressione.
Perché questa mentalità cambi è necessario educare al rispetto reciproco nel mondo reale e nella comunicazione in rete. (cosa vuol dire, “rispetto reciproco”? Stiamo chiedendo che venga insegnata la buona educazione? Non era invece il caso di chiedere che, dalla scuola primaria all’università, diventi obbligatorio un’educazione al genere, ovviamente modulandola secondo l’età e il tipo di istituto formativo? L’appello per chiedere Corsi di genere nelle università, tra le altre cose, a cosa è stato firmato a fare se non si riprende anche qua la centralità di una formazione al genere?)
 L’analfabetismo digitale è causa di paure, assenza di rispetto, incapacità di determinare la propria autodifesa. Vulnerabilità, panico, ansia e altre gravi conseguenze psicologiche sono originate spesso dalla non conoscenza. Conoscere significa dunque avere il controllo del mezzo che stai usando. (su questo sono invece pienamente d’accordo).
Per quel che riguarda il mondo “reale”: ricordiamo che dall’inizio del 2013 siamo a #25 vittime (donne) di femminicidio. #7 vittime (uomini) uccisi per vendetta trasversale perché nuovi partner, figli o partner a propria volta, #1 bambina uccisa per incapacità di accettare una separazione. #3 sono le donne che hanno ucciso in queste circostanze e #30 gli uomini che hanno ucciso, la maggior parte dei quali si sono suicidati.
E’ fondamentale che le Istituzioni provvedano, così come dichiarato dalla Ministra Idem, a istituire un Osservatorio di modo che si capisca bene di cosa sia fatto il fenomeno che dovrebbe includere nell’analisi dei delitti per questioni di ruolo di genere anche quelli di stampo omofobico/transfobico. (ovvero, se non ho capito male, si sta chiedendo di ripensare tutto il discorso sulla violenza contro le donne. trovo anche io sia estremamente necessario sottolinearlo e criticare il nuovo discorso politicamente corretto, ora in auge, che strumentalizza la violenza contro le donne in chiave eterosessista. però, tale strumentalizzazione viene fatta anche in chiave razzista, xenofoba e islamofoba. e la violenza non sono solo i delitti, ma anche le aggressioni fisiche e verbali e, più in generale, un’organizzazione non laica ed eterosessista delle istituzioni in questo paese. il problema è una cultura fondamentalista cattolica di cui il governo, di cui queste donne fanno parte, è un importante veicolo. e qui subentra un’altra perplessità, sull’opportunità di interpellare persone facenti parte di questo governo senza quantomeno esprimere il proprio dissenso sul quadro in cui Boldrini e Idem si trovano ad operare. altrimenti è semplice legittimazione).
A tale scopo, e per le soluzioni concrete da ipotizzare per disinnescare e arginare questi gravissimi fenomeni, ci chiediamo se non si possano includere le parole “di genere” nella Legge Mancino dove all’Articolo 1 si parla di
“Discriminazione, odio o violenza per motivi razziali, etnici, nazionali o religiosi” e
se non si possa inserire lo stesso concetto “motivi di odio di genere” tra le circostanze aggravanti (dove si definiscono generici “motivi abietti e futili”) dell’articolo 575 (omicidio) del codice penale, volendo includere in questa formula dunque anche i delitti che riguardano vittime gay, lesbiche, trans.
Data l’inefficacia della legge sullo Stalking ci chiediamo se sia possibile considerare l’idea di realizzare delle strutture, o usare quelle di cui già lo Stato dispone, incluse quelle sanitarie, per realizzare terapie – facoltative – adeguate e gratuite, a cura di mediatori e psicologi, che sappiano aiutare le coppie che si separano a superare senza traumi la fase di separazione e sappiano offrire opportunità e nuove prospettive, anche in termini di reddito minimo e abitazione, ai soggetti economicamente deboli che sono altrimenti obbligati a vivere in coppia e sotto lo stesso tetto anche in situazione di grande tensione. Chi perseguita il/la propria ex dovrebbe, secondo noi, essere consegnato/a ad una rete familiare/sociale/istituzionale che sappia distoglierlo/a dall’ossessione nei confronti del proprio e della propria partner. Consegnare alla solitudine, marginalizzare un soggetto che – rancoroso/a e vendicativo/a – potrebbe commettere un delitto, invece, riteniamo non sia affatto utile. (pienamente d’accordo sul rivendicare e chiedere reddito, anche in forma di case e stanze, come strumento per chiunque si trovi in situazioni di vulnerabilità dovute alla dipendenza materiale non consensuale nei confronti di qualcun* altr*. questa è una rivendicazione PER TUTT*. mi preoccupa invece la richiesta di terapie, per quanto specificate come facoltative. tutti questi anni passati a dire che le forme di subordinazione che si esperiscono nelle relazioni affettive si nutrono e si rinsaldano nelle situazioni di dipendenza rispetto allo Stato
che ognun* si trova obbligat* a dover gestire per ottenere cittadinanza sostanziale, dove sono finiti? Siamo tutt* da patologizzare? Stiamo chiedendo di essere CONSEGNAT* ai dipartimenti di salute mentale?)
Chiediamo altresì che siano monitorate anche le aggressioni commesse per razzismo e xenofobia e se sia possibile considerare l’analisi della situazione all’interno dei Cie, Centri di Identificazione ed Espulsione, dove le donne migranti, le trans, assieme agli uomini, sono private della propria libertà fino ad un massimo di 18 mesi dovendo vivere in situazioni di estremo disagio. Anch’esse spesso vittime di violenza, sopravvissute a viaggi pericolosi, alla tratta, ad abusi di vario genere, sono private di una reale possibilità di salvarsi. (La parte sui CIE mi sembra imbarazzante.. “estremo disagio”? C’è chi, ad esempio, viene stuprata nei CIE da uomini in divisa, ce lo siamo dimenticat*? Non dovremmo piuttosto chiedere, anche qui, che il reato di clandestinità sia cancellato, che i CIE vengano chiusi? Che bisogno c’è di mobilitare l’immaginario della “vittima”? Chi non è stata oggetto di tratta è meno vulnerabilizzat* dell* altr* che si trovano detenut*?)
Vorremmo fossero osservate tutte queste vittime di violenza affinché si possa meglio comprendere quali siano le difficoltà da affrontare e in che modo poter intervenire. (Io voglio che nessuna persona che ha subito violenza venga OSSERVATA. Vorrei piuttosto che non venga loro negata possibilità di parola pubblica quando e se vogliono prendersela).
Vorremmo che le violenze fossero osservate nel suo insieme a partire dalla cultura che le caratterizza a prescindere da chi se ne fa portatore o portatrice.
Speriamo il nostro contributo vi sia utile.
Cordialmente
Femminismo a SudBollettino di GuerraAbbatto i Muri
Ecco, questo è quello che mi è frullato in mente leggendo e rileggendo il testo della petizione (che, per altro, in certe parti sento “mia”). Ringraziando chi si è sbattut*, lanciando questa iniziativa, per aprire un ulteriore spazio di discussione… se volete, commentate.
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One Response to Perché non firmo la petizione a Boldrini e Idem

  1. cybergrrlz says:

    Tieni car@, e grazie per le tue salutari critiche politiche 🙂
    Una sana discussione su questi punti era quella che mancava. Finalmente.

    http://femminismo-a-sud.noblogs.org/post/2013/05/07/perche-io-ho-firmato-la-petizione-contro-la-violenza-di-genere/

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