dal senegal, con amore

Sto blog ricambia faccia. Si fa diario per immagini, incostante, autodeterminante (!) e a volte autistico di questi giorni qua. boicotto feccia, intaso lo spazio sui server di autistici (se anche voi volete dargli due soldi).
(Prima, al cesso, ho anche pensato che potrei citar l’indirizzo nella tesi. Per quella storia della trasparenza sulla raccolta dei “””dati”””.. anzi se qualche strutturato africanista passa di qua, salve! Tanto resta sempre una finzione, decido io come e cosa rappresentare, e ve lo beccate così.)
ho deciso che non volevo ancora incontrare il mondo, farmi viva con gli altre (notate la sottile strategia problematizzante ergenere?), ma riservarmi ancora della solitudine. Mi son data camminata.. ho attraversato la medina (quartiere creato dal governo coloniale francese all’inizio del novecento per mandar via i noirs dal centro città).. ha struttura ortogonale.. le strade sono asfaltate, e mi sembrano che abbiano resistito anche a questa stagione di piogge. La parte a dx della blaise diagne, il gran vialone che porta in centro, mal si accorda con le descrizioni di un quartiere a rischio.
Montoni assonnecchiati sotto gli alberi di tamarindo (che appunto, in wolof, si dice dakar), bambini a giocare con questi vecchi e massicci biliardini in legno (che non ho ancora capito da dove arrivino), uomini che agli angoli delle strade giocavano a dama. (foto non ci sono che non volevo crear alcuna sorta di malumore)
Erano le 17.. e quindi finalmente l’ora delle fatayas.. il cibo che mi è mancato di più in questi mesi. Le donne si mettono fuori dalla porta di casa, ad assemblare e friggere questi involtini fatti con l’impasto che han preparato in mattinata. Ci son di pesce, ma anche di carne macinata. Quelli di pesce son quelli più ricchi di ripieno (la carne costa di più).. un mix di pesce tritato con peperoncino, pepe, cipolla e qualche accenno di pomodoro. Costano 50 cfa l’uno. Puoi scegliere se accompagnarlo con harissa e con una salsa di cipolle e pomodoro deliziosa. Ti vengono porti avvolti in fogli di giornale o fotocopie di dispense rimediate chissà dove. come d’altronde qualsiasi cibo pronto comprato in giro.

Non sta bene mangiare in strada. Quindi ho aspettato di raggiungere il vicino oceano e sedermi in un posto tranquillo per godermele. Mi si è avvicinato un ragazzo, alla ricerca di lavoro . Veniva dal vicino villaggio dell’artigianato, dove non aveva avuto fortuna. Stava andando a provare a mostrare il suo lavoro alla sede di una televisione, almeno così mi ha detto. Mi ha mostrato il passaporto, vorrebbe venire in Europa a fare l’imbianchino e decoratore di interni. Gli ho lasciato i soldi (200 cfa) per il trasporto per tornarsene a guedyawe, la banlieue a nord dove vive. Ovvero a 10 km da dove eravamo. e non è una passeggiata tranquilla perché te la fai con uno smog impressionante e qualche “tangenziale” da attraversare.
Questa è la corniche est.. creata da Wade, il precedente presidente.. una litoranea “di lusso” che lega il centro città alla fantastica “nuova” statua del rinascimento africano di cui magari scriverò n’altra volta.
Di fronte alla parte finale della corniche verso il centro c’è una delle prigioni principali di dakar, rebeusse. anche di questa magari riparlerò. E comparsa però questa scritta, in questi mesi. lamenta mancanza di lavoro (“viva la guerriglia urbana. parliamo di lavoro”). l’ho trovata alquanto efficacemente “sintetica”, abbinata con la sede della polizia e il minareto che spunta nello sfondo. questo è un messaggio occulto. dai un calcio alla fifa.
infine ecco l’ambasciata italiana, ci son dovuta passare per guadagnare la miglior visuale sul tramonto. Dietro l’edificio c’è la villazza dell’ambasciatore. Affisse alla bacheca ci sono le indicazioni su come ottenere visti, ricongiungimenti, ma sostanzialmente è l’aspetto economico della questione che viene spiegato. Si avvisa che dal settembre 2012 il costo del ricongiungimento è aumentato del 10%. Chi vuole richiedere un visto turistico deve dimostrare di avere in banca almeno 27 e rotti euro al giorno per campar. Penso a chi di voi sta leggendo, che ha, ovviamente, un reddito di 810 euro al mese per poter stare in Itaglia. Ribaltata sul qua dovresti avere 17.550 cfa al giorno. Un kilo di riso ne costa 300 e una famiglia numerosa ci va avanti per due pranzi.
Questo è il tramonto, l’isola della madeleine e l’isola dei serpenti. state ben.
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2 Responses to dal senegal, con amore

  1. zoe says:

    ahaha. è scontato ma ti rimando a questo, che poi è fatto dal tuo amico, o mia cara secca 😛 http://www.zerocalcare.it/2012/10/01/captcha/
    (quel fb è decisamente polisemico e non lo voglio pensar!)

  2. a says:

    aimama che emozione! ti volevo scrivere na mail, ma mi voglio felicitare pubblicamente per il ‘boicotto feccia’! bazio
    (nei captcha qua sotto la prima scritta ricorda fornerofb..come lo interpreto? 😉 )

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