metodi di lotta studentesca a dakar
lo stato non sta pagando le borse per gli studenti dell’università pubblica principale del senegal, l’UCAD, l’université cheik anta diop di dakar..
chi ha la borsa riceve a quanto pare la mensa e un posto letto nel dormitorio e in più ha diritto a circa 50.000 cfa al mese (77euro) che permettono di comprare dispense, libri e di pagarsi il trasporto (e del cibo più decente di quello al limite dell’intossicazione che la mensa fornisce)
alla viglia delle vacanze invernali la borsa non era stata ancora versata e anzi il governo ha detto che non ci sono proprio più i soldi per le borse.. e chi ha la famiglia lontano da dakar non ha ad esempio ricevuto i soldi per poter tornare a casa.
quindi mercoledì 19 gli studentesse si sono presi in ostaggio due autobus dell’equivalente dell’azienda trasporti comunale di dakar.. i bus sono stati fermati lungo il lungomare che separa il campus dall’oceano, i passeggeri sono stati fatti scendere e i mezzi portati dentro il campus..
per tutta risposta, l’equivalente della celere (gmi, groupement mobile d’intervention) è entrata dentro i dormitori inseguendo gli studenti e rompendo la testa a 10 persone, che sono andate in ospedale e, anche se poi non sono state fermate, hanno dovuto pagare di tasca loro le cure ricevute (una cassa comune è stata fatta).
il giorno dopo anche un’autovettura dell’amministrazione dell’università è stata sequestrata e verrà bruciata, mi hanno detto, se gli accordi tra governo e ministero dell’istruzione entro al fine dell’anno non sbloccheranno i soldi delle borse.
fino al 22 dicembre si sono susseguiti scontri nei pressi dell’università.. i gmi non sono soliti caricare, ma sparano lacrimogeni ad altezza uomo e un proiettile ha colpito uno studente.
per riprendersi dai lacrimogeni, niente limone (tanto meno maloox) ma si bruciano pagine di quotidiano davanti agli occhi, si inala e si lascia che il fumo porti via il bruciore (io non l’ho testato questo metodo ma dicono che funziona, è lo stesso che si usa quando i tifosi, come spesso qua succede, vengono dispersi dagli stadi a colpi di lacrimogeni..)
la video-sorveglianza estrema qua non è ancora arrivata, chi è in lotta sembra non preoccuparsi della possibilità di filmati o foto che li inchiodino.
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