adamo ed eva

-come va? -mah
-come va? – ça va pas
-che succede? – mah nulla, ma non va bene
– mmm -…
-ok, non ne vuoi parlar – devo trovarmi un’altra moglie. le donne senegalesi grasse si affaticano subito.
-eh? -è una settimana che non ho rapporti. mia moglie dice che è stanca. non vuole. devo trovarmene un’altra.
rido.. – questo sarebbe il problema? e questa sarebbe la soluzione? non ne ha voglia. non casca il mondo. piuttosto pensa a come farla sentire meglio. fate qualcosa assieme di bello
– no. non va bene. lei non può. io lavoro tutto il giorno, torno a casa, e lei deve essere lì, pronta. non può dire dopo due minuti basta son stanca. io non sto bene.
-si certo. come no.. potresti iniziare a cucinar tu na volta. parlarle, farle sentire che le sei vicino. darvi un po’ di felicità cavolo, sta sempre in casa da sola. poi cavolo, magari non le piace quello che fai.. potresti pensare a cosa le piace che tu le faccia. – io?? no, lei deve. io la soddisfo e poi lei se ne va? no, non esiste. lei deve soddisfare me. è lei che in torto, che sta facendo un peccato. la nostra religione lo proibisce. non può rifiutarsi di avere rapporti con suo marito.
-si, certo. questo io lo chiamo stupro.
-ok, voi. ma noi no.  lei se muore stanotte va diritta all’inferno. una moglie non può rifiutarsi di avere rapporti con suo marito. è il corano che lo dice.
me ne vado a fare un giro, che non le reggo queste stronzate. alla facciaccia della professionalità.
quando torno, il tipo in questione mi ha rimediato un altro signore, che si dichiara grande credente e che pretende  spiegarmi perché la religione musulmana supererebbe quella cattolica.. (non mi sento di dirgli che sta pensando di parlare con un’altra persona) perché se io non capisco questo, secondo lui, non posso capire quello che dice il corano.
gli chiedo quali sono le sure del corano che regolano i rapporti tra marito e moglie.  mi dice che lui il corano non lo sa. ma che comunque è scritto lì. che eva è nata da adamo, che adamo è suo padre e padrone. e uno non può rifiutarsi di disobbedire al suo padrone.
trattengo a malapena la risata. poi dico, mah, non mi sembra stiano così le cose. mi esce dalla bocca può ribellarsi. penso allo sciopero. mi viene in testa lisistrata. ma non so per cosa sciopererebbero le loro mogli.
la chiudo dicendo ok. rimedierò il corano in francese, me lo leggo e poi ne riparliamo.
stamattina ho raccontato la conversazione alla mia maman, la signora che mi chiama, con più intensità e concretezza delle altre, figlia. gliel’ho raccontato ridendo.
– mi ha detto si, non è per nulla facile. la nostra religione è così. ma ci devono essere scritte delle piccole regole in tutto questo, nel corano intendo, che non so. non è sempre valido. per esempio se tuo marito ti ha appena picchiato, e tu ti rifiuti. non stai facendo peccato.
-ok..
in tutto ciò, nella relazione matrimoniale di cui sopra, mi sembra che i problemi siano anche i soldi che mancano, un matrimonio che si è dato senza che lei avesse avuto una vita sociale sua prima (stava sempre in casa, suo zio la obbligava a non uscire, però io lo conoscevo, e l’ho chiesta in moglie..) e in cui lei sedimenta rancore su rancore per sto marito che non le porta a casa i soldi con cui poi prepararsi per andare alle occasioni di socialità e festa con le altre donne. e con cui sentircisi a suo agio e serena.
poi penso alla solita fottuta storia di adamo ed eva, alle molteplici, subdole, più o meno consce declinazioni con cui continua ad attentare e pervadere le nostre relazioni.. e chissà quando sta cacchio di narrazione ce la scrolleremo veramente tutt* quant* di dosso, anche dalla mia, di vita.
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