molari o molecolari?

(nel tempo in cui, per molt*, è oramai questione di vita o di morte aprire gli occhi e ragionare sulle violenze che si riproducono nelle relazioni, sono anche io a chiedermi se il dove sono immersa ora sia una delle tante storie in cui l’amore viene usato per coprire della debole insicurezza. non è mai facile capire se si stan facendo proliferare sensi di colpa, polpi alla gola, liberazione… questo è un tentativo, di parte, di esercitare un po’ di lucidità.)

(marseille, rue du loisir, 2007)
dopo mia madre, dover rassegnarmi al lutto di una persona viva, non riesco a renderlo ammissibile. è proprio un senso di rivolta che mi esce. mi sembra cattiveria (spinoza rulez).
mi sembra ci siano due narrazioni possibili per quello che sta succedendo.
ci sono tutte le linee: quella delle famiglie e degli amici, tutti coloro che parlano, spiegano e psicoanalizzano, ripartiscono i torti e le ragioni, tutta la macchina binaria della Coppia, unita o separata, nella segmentarietà dura. E poi la linea di segmentarietà flessibile, dove l’alcolizzato e la pazza attingono come in un bacio sulle labbra e sugli occhi la molteplicazione di un doppio al limite di ciò che possono sopportare, nel loro stato, con i sottintesi che servono loro da messaggio interno.
c’erano due che cercavano di nutrirsi di intensità potenzianti, sempre. di essere all’altezza dei propri desideri.
si cantavano una promessa di libertà. non essersi coniugi, né amanti.
amore non normato da sperimentare e di cui godere assieme ogni giorno. per sempre.
quel per sempre non era una condanna, un contratto o una pretesa, ma la gioia consapevole.
ora uno dei due lo sta uccidendo a furia di gesti fascisti.
subentra allora una narrazione molare. di cui non ho molto da dirE perché ne so praticamente nulla. e in fondo non ne voglio saper.
i nostri segmenti di accordano, si coniugano. coniugalità. è un gioco di territori ben determinati, pianificati. si ha un avvenire e non un divenire. ecco una prima linea di vita, linea di segmentarietà rigida o molare, per niente morta, perché occupa e attraversa la nostra vita e, in fin dei conti, sembrerà sempre prevalere. comporta anche molta tenerezza e amore. sarebbe troppo facile dire “questa linea è cattiva” perché la ritroverete dappertutto e in tutte le altre.. la segmentarietà flessibile non cessa di disfare le solidificazioni di quella rigida, ma ricostituisce al proprio livello tutto quello che disfa, micro-Edipi, micro-formazioni di potere, micro-fascismi.
non riesco ad accettare che entrambi non si sia degni di quello succede.
Bon. Etre digne de ce qui nous arrive, c’est une idée très curieuse, ou c’est un vécu très très curieux. C’est-à-dire ne rien médiocriser, quoi. C’est ça être digne ce qui arrive, c’est dégager dans l’événement qui s’effectue en moi ou que j’effectue, c’est dégager la part de l’ineffectuable.
which side are you on, boy? which line are you on?
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