Noi, femministe..

Questo appello, scritto da intellettuali e militanti femminste, sta circolando ora in Francia. Denuncia le derive xenofobe e fasciste che stanno attraversando il dibattito elettorale, ed invita alla mobilitazione contro le feroci strumentalizzazioni, fatte nella Fortezza Europa, delle violenze legate al genere. In tempi in cui in Italia si dà ancora eco a discorsi come quelli di SNOQ (che dopo aver voluto rimettere al mondo la “comunità nazionale”  son passate ad asserire l’esistenza di chissà quale “civiltà” europea), tradurre un testo come questo mi è sembrato necessario. Il testo in francese potete trovarlo qua.

Noi femministe..

..noi cittadine e indigene, immigrate e autoctone, borghesi e proletarie, lavoratrici e disoccupate, nazionali e naturalizzate, europee e straniere, militanti e universitarie : figlie, madri, in menopausa, aventi abortito o ormonizzate, Nere, bianche, tzigane, arabe, musulmane, ebree o cristiane, credenti, miscredenti, velate, svelate, rivelate, sexy, grasse, anoressiche, valide o non, etero, trans, lesbiche, queer, morali, immorali, amorali, vittime, puttane, risparmiate o arrabbiate..

Noi femministe, figlie di Olympe de Gouges, la malafemmina ghigliottinata per aver dichiarato i nostri diritti, di Solitude, mulatta ghigliottinata à Pointe à Pitre per essersi levata contro la reintroduzione della schiavitù, di Mary Wollstonecraft e della sua filosofia autenticamente universalista, di Flora Tristan, che difendeva «la necessità di dare una buona accoglienza alle donne straniere », di Fatma N’Soumer combattente algerina che ha preso le armi contro l’esercito coloniale, di Louis Michel che si è schierata senza esitare dal lato dei Kanak contro i colonizzatori del suo paese, d’Olga Bancik la combattente invisibile della banda Manouchian decapitata dai nazisti, delle 230 militanti, resistenti, del convoglio del 24 gennaio 1943 che hanno intonato la Marsigliese varcando l’ingresso di Birkenau.. Noi, figlie, ragazze del MLF e del FHAR ; figlie di Audre Lorde, poetessa, lesbica, caraibica, che ha braccato il razzismo, il sessismo e l’omofobia finanche nei ranghi dei movimenti femministi e delle mobilitazioni anti-razziste..

Figlie di Virginia Woolf, noi denunciamo con lei la propaganda nazionalista che prende le donne in ostaggio e pretende difenderle quando invece non fa altro che farsi beffe dei loro diritti fondamentali : « In quanto donna, non ho un paese, in quanto donna, non desidero un paese, il mio paese è il mondo intero.. ».

La nostra genealogia non conosce delle zone d’ombra : noi rappresentiamo questa tradizione femminista internazionalista e antifascista che si è storicamente battuta contro la strumentalizzazione colonialista e nazionalista dei diritti delle donne e che ha sempre rivendicato l’eguaglianza di tuttE e tutti, qualsiasi siano le nostre condizioni, i nostri documenti d’identità, le nostre sessualità, le nostre religioni..

Noi dichiariamo che faremo di tutto per sbarazzarci dal presidente uscente e chiediamo a tutte e a tutti di fare altrettanto per sbarrare la strada al fascismo che si diffonde in Francia e in Europa. È tempo di trovarci per combattere queste politiche che distruggono sistematicamente la nostra comunità politica, i nostri diritti, le nostre libertà democratiche, il legame sociale e la solidarietà, e che osano farlo in nostro nome. È ora che un altro femminismo prenda la parola : noi, femministe, rifiutiamo con la più viva determinazione che i « diritti delle donne » e delle/gli « omosessuali » o « l’eguaglianza tra i sessi » servano ideologie e pratiche neo-coloniali e liberticide.

Rifiutiamo di renderci complici di tali dispositivi che creano le condizioni della supremazia del capitalismo neoliberale, della promozione d’una morale paternalista di « tolleranza », della riduzione del politico al mantenimento dell’ordine poliziesco e doganale, delle schedature, della sorveglianza e della criminalizzazione delle/degli « stranieri », delle popolazioni impoverite tanto quanto dei sindacalisti e del movimento sociale.

Noi ci rivoltiamo contro questa società che lascia crepare le/i nostri propri/e cittadine/i di freddo e fame in strada pretendendo di non poter accogliere « tutta la miseria del mondo » ; condanniamo la rovina dei servizi pubblici, in particolare la sanità, l’educazione, la ricerca e i servizi di prossimità che costituiscono le condizioni materiali necessarie all’eguaglianza reale.

Oscuro oggetto del desiderio, l’adesione di 6 milioni di elettori e di elettrici francesi ad una cultura fascistizzante diventa oggetto di adescamento attivo.

La percentuale del FN è come un mandato bianco per mantenerci nella minoranza, per farci bere rappresentazioni populiste, deboli, ragionamenti semplicisti che spronano solo all’odio; la società civile non è più altro che una società di consumo divisa e spaventata. Questa asta deve cessare..

Da parte nostra non lasceremo più che questo fronte nazionalista recuperi il femminismo per farne lo stendardo delle frontiere dell’”Occidente”.

Non lasceremo che un partito, quale che sia il sesso del suo leader, ci divida impunemente. Noi lottiamo contro la grande reclusione dentro una fortezza Europa che trasforma la lotta storica per i nostri diritti e le nostre libertà sui nostri corpi e sulle nostre vite in un valore della “civilizzazione occidentale” e in un criterio d’integrazione islamofobico..

Cosa ne è infatti del “Noi”? Cosa ne è dei “nostri” diritti? Cosa ne è di quei milioni di donne che vivono qui sotto la soglia della povertà o assegnate al lavoro domestico? Cosa ne è dell’eguaglianza reale dei sessi e delle sessualità..? Che posto occupa la lotta contro l’eterosessismo nella nostra società: una società che mantiene le discriminazioni salariali, la leicità degli insulti o l’impunità delle violenze? Che risorse sono destinate ad una educazione sessuale emancipatrice e all’accesso reale ai diritti sessuali riproduttivi e non riproduttivi per tutt* (mantenimento dei centri di IVG, valorizzazione e diffusione della ginecologia medicale, contraccezione libera e gratuira, accesso alla procreazione medicalmente assistita senza discriminazioni?)

In quanto femministe, come non esigere l’abrogazione delle leggi che criminalizzano le donne per la loro religione, la moltiplicazione dei modi di difesa collettiva femminista, la riforma dei manuali scolastici e lo sviluppo del posto della storia delle donne, degli studi postcoloniali e della nozione di “genere” in tutte le discipline, l’eradicazione delle pubblicità e dei giochi promuoventi l’eterosessualità obbligatoria, il pieno riconoscimento dei diritti sociali delle prostitut*?..

Che lezioni pretendiamo di voler dare al mondo e di quale storia vogliamo essere eredi? Noi chiediamo oggi di votare per il candidato che si trova in posizione di sbarrare la strada al progetto neoconservatore di un’Europa senza memoria, per farci scudo sia contro le politiche avvilenti delle destre estreme che le derive destroidi dei partiti di governo di qui o di altrove. Questo appello non dà in alcun modo carta bianca a M. Hollande, tanto meno significa un’adesione al suo programma economico e sociale: i nostri voti sono una promessa che porta in sé il tumulto delle lotte passate, una promessa di fronte a questa memoria delle lotte, un impegno per il futuro.

Se vinciamo questa volta, non dimentichiamoci che i fascisti sono di ritorno in Europa; una Europa lacerata e desolata da decenni di neoliberalismo aggressivo. Fedeli a Virginia Woolf, al suo ardentemente femminista Le tre ghinee (epurato dalle sue opere “complete” recentemente ripubblicate da La Pléiade), noi affermiamo che, d’ora in poi, chiunque tenti di strumentalizzarci pretendendo difendere il diritto delle donne sotto il pretesto del progresso, dell’identità nazionale o della difesa delle frontiere europee – incontrerà sul suo cammino una internazionale femminista che noi tutte ci auguriamo.

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