Della miseria in ambiente accademico..
.. considerata nei suoi Aspetti Economico, Politico, Psicologico, Sessuale e Specialmente Intellettuale. e di Alcuni Mezzi per Porvi Rimedio.
O meglio, del tentativo di sottrarre dal complice silenzio i violenti processi di soggettivazione-assoggettamento che attraversano l’università italiana.
Oggi parto proprio da me, dalla perversione dei sensi, dei significati, degli affetti con cui mi schianto ogni giorno in quanto dottoranda, senza madrine né padrini, di un’università di provincia. Perché i sistematici fallimenti dei miei tentativi di costruire sorellanza e complicità eversiva nel luogo-rete in cui lavoro mi impoveriscono.
Ho scovato il numero di questa bella rivista autoprodotta di antropologia. Oltre a consigliarvi la lettura dell’intervento di Boni, potete trovarvi (l’intervento di Balsamo e Di Cori) una lucida analisi dei rapporti sociali genderizzati che strutturano l’università italiana: rapporti di patronage, di dipendenza personale e di rivalità fra lignaggi a cui, anche le giovani generazioni, spesso non sembrano sottrarvisi. Leggerlo mi è banalmente stato terapeutico; rappresenta un nodo in quella mappa “di autonomie ribelli” che dovrebbero proliferare e accompagnare necessariamente qualsiasi richiesta di reddito e risorse. Pena il continuo perpetuarsi del putrescente esistente.
A voi il pdf..15
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