Di tso, di qua e di là del mediterraneo
Rabbiosa, ecco come sono.
Ho scoperto che un amico la settimana scorsa è stato oggetto di quello che non esito a definire un trattamento sanitario obbligatorio.
Tutti in famiglia sapevano che beveva alcool e fumava erba. Il padre l’aveva cacciato l’anno scorso dal negozio in cui lavorava, quindi era rimasto senza un lavoro riconosciuto, e un primogenito maschio trentenne disoccupato è già per questo colpevolizzato abbastanza. La settimana scorsa è stato preso dai suoi zii materni, portato da un marabout guaritore e, visto che non bastava, spedito nel villaggio materno nella brousse, in cui non aveva mai vissuto, a 10 km dall’elettricità.
Ok, il giorno in cui è stato “preso” era tornato a casa sbronzo insultando madre e fratelli, almeno così mi hanno detto. non so se sia stato anche fisicamente violento, con lui non son riuscita a parlare visto che è la senza telefono. Ma continuo ad essere rabbiosa perché qua non mi sembra si faccia alcuno sforzo per dare una mano a chi si deprime. Non sto parlando solo di lui, sto parlando anche di altr*. Perdi il lavoro, o te ne stai depressa, vieni completamente desocializzat*, trattato come solo un corpo che necessita cibo e acqua. E a volte vieni nascosto per salvaguardare l’onore della famiglia.
Che poi in realtà è principalmente l’onore della madre, “colpevole” in un regime di poligamia, ma non voglio dilungarmi su questo.
TSO si chiama in Italia. trattamento sanitario obbligatorio, ovvero contro la propria volontà. uccide.
2009 prendo dall’espresso: “Francesco Mastrogiovanni, aveva 58 anni e faceva il maestro elementare. Mastrogiovanni non è morto in una rissa casuale con qualche teppista. In una mattina di fine luglio del 2009, un vasto spiegamento di forze dell’ordine è andato a pescarlo, letteralmente, nelle acque della costiera del Cilento (Salerno) e lo ha portato al centro di salute mentale dell’ospedale San Luca, a Vallo della Lucania, per un trattamento sanitario obbligatorio. Tso, in sigla.
Novantaquattro ore dopo, la mattina del 4 agosto 2009, Mastrogiovanni è stato dichiarato morto. Durante il ricovero è stato legato mani e piedi a un letto senza un attimo di libertà, mangiando una sola volta all’atto del ricovero e assorbendo poco più di un litro di liquidi da una flebo. La sua dieta per tre giorni e mezzo sono stati i medicinali (En, Valium, Farganesse, Triniton, Entumin) che dovevano sedarlo. Sedarlo rispetto a che cosa non è chiaro, visto che il maestro non aveva manifestato alcuna forma di aggressività prima del ricovero.
Aveva sì cantato, a detta dei carabinieri, canzoni di contenuto antigovernativo, come si addice a un “noto anarchico”, sempre secondo la definizione dei tutori della legge locali. E poi, sì, aveva mostrato disappunto al ritrovarsi imprigionato. Aveva urlato, addirittura, e sanguinato in abbondanza dai tagli profondi che i legacci in cuoio e plastica gli avevano provocato sui polsi. Aveva chiesto da bere, tentato di liberarsi, pianto di disperazione e, alla fine, rantolato nella fame d’aria dell’agonia.http://www.osservatoriorepressione.org/2012/10/francesco-mastrogiovanni-e-morto.html
qua trovate l’elenco dei morti ammazzati con un TSO negli ultimi anni, dal blog del collettivo antipsichiatrico artaud di pisa
in maggio di quest’anno c’è stata una proposta di modifica alla legge 180 del 1978 (la “legge basaglia”), da parte di un onorevole del pdl, che vuole aumentare i giorni di TSO dai 7 attualmente legali a 15. Al termine dei 15 giorni questo trattamento può essere prolungato dietro “proposta motivata del responsabile del servizio psichiatrico di diagnosi e cura (SPDC). Vi si istituisce inoltre il Trattamento Sanitario Prolungato di cui non si indica la massima durata ma quella minima di 6 mesi prorogabili di altri 6, senza il consenso del paziente. Tale proposta è passata alla Commissione Affari sociali della Camera e un giorno passerà al vaglio delle due camere. per altre info qui
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