friday i’m in love.. en cavale.

e io ho risposto che ero pronta, che poteva cominciare. pensavo di essermi sufficientemente affilata, lucidata, blindata: temevo quello che stavo per sentire, ma non sapevo che la realtà delle parole fosse cosi dolorosa, sorprendente come un colpo di schioppo, che mi avrebbe tramortito imprevedibile; fino a che le donne, o la donna, giravano attorno a j. come ombre senza nome e consistenza, il riso della mia fede e della mia giovinezza ne avevano avuto ragione, mi passavano attraverso senza farmi troppo male: fottile, j., hai ragione, fottile tutte.

ma non ho l’armatura di un confessore, non ho l’indifferenza della certezza. non ho da capire né da perdonare.

 

ascoltando con stupore infinito questa ferita strana che pulsa, sorpresa, attenta, scopro il mal d’amore. il mal di stomaco, il male alle zampe, posso deporli accanto a me e allontanarmene. ma per questo non vi sono droghe o piroette possibili, il male torce e fa gemere tutta la carcassa,  é me.

 

                                        albertine sarrazin, 1979

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