Oltre alle analisi individuali.. (Su-quanto-successo-a-parigi-il-7-gennaio, Io no, non sono Charlie, Guerra sporca di ritorno, Pericolose idiozie terzomondiste, Peggio per tutti. di Cahrlie Hebdo, della République e dell’apocalisse, Io non mi dissocio da niente, L’ATTENTAT CONTRE CHARLIE HEBDO : L’OCCULTATION POLITIQUE ET MEDIATIQUE DES CAUSES, DES CONSEQUENCES ET DES ENJEUX, Union national, L’insostenibile leggerezza di essere Charlie), parlano anche i volantini di alcune manifestazioni convocate in questi giorni a Parigi..
L’unità nazionale, arma di guerra
Chiamata 11 gennaio alle 14h30 métro St Ambroise.
Non cadiamo nella trappola in cui le due morse sono il patriottismo civilizzato sotto bandiera francese, o la ferocia armata sotto bandiera sacra. Cerchiamo di rompere questi discorsi, questo scenario che ci è proposto, questo consenso sullo choc di civilizzazioni, questa strumentalizzazione nazionale, questa fiera aperta alle leggi repressive.
Noi ci battiamo contro tutte le forme di razzismo, contro tutte le forme di omofobia, di sessismo, contro lo stato e le sue leggi liberticide, più generalmente contro il capitalismo.
Chi dice unità nazionale dice fronte. Chi dice fronte, dice due campi. Coscienti di questo, siamo obbligati a scegliere l’uno o l’altro? La “penna democratica” o il “kalash selvaggio”, la repubblica o la sharia, il razzismo e il sessismo strutturale o palese? L’unità nazionale è buona solo a rendere più semplice il lavoro del fronte nazionale o dello statoe a permetter loro un maggior margine di manovra.
Se l’unione deve esistere dovrebbe essere contro lo Stato, per combattere le violenze del sistema capitalista e degli Stati occidentali, la colonizzazione, là dove migliaia di persone crepano mentre tutti se ne fregano, e/o combattere gli interventi francesi per difendere stati dittatoriali, come quella in Mali contro gli islamisti, motivata unicamente dall’uranio che vi è, ecc.
Se l’unità deve vivere, sarebbe per combattere le leggi “anti terrorismo” che costituiscono soprattutto degli strumenti per controllarci, per dirigerci. Se l’unità deve vivere, sarebbe per contrastare questa dualità tra barbari e civilizzati, selvaggi e democratici. Se l’unità deve vivere, sarebbe per denunciare l’assenza di libertà d’espressione e non un cosìddetto attacco a questa. Se l’unità deve vivere, sarebbe per rompere questo stendenardo, questa polvere agli occhi, questa “libertà d’espressione” che riecheggia un “rantolo ma non troppo forte e su quotidiani di preferenza a grande tiraggio”.
Ogni giorno certe persone, certi gruppi cercano invano di esprimersi. Se l’unità deve vivere, sarebbe per combattere coloro che monopolizzano questa libertà d’espressione con il denaro, i contatti, i giochi di potere, le posizioni sociali.
Non vogliamo accontentarci di essere unicamente nella reazioni anti-islamofoba. Certo a causa di questi eventi, molti musulmani dovranno giustificare, rispondere alle amalgame, e certi daranno il bersaglio di razzismi di ogni tipo (attacci fisici, armati, tags razziste..). L’unità nazionale si farà necessariamente sulle spalle dei musulmani e di coloro che contestano il potere. Ma accontentarci dell’anti-islamofobia ci porterebbe solo ad impoverire le nostre riflessioni, le nostre analisi. Dobbiamo sia vegliare perché le religioni non siano insultate, che vegliare acché la religione non sia il centro degli interessi. In altri termini, fare in modo che le persone restino libere di credere in quello che vogliono, ma combattere coloro che vogliono imporre le loro identità, che questa identità sia religiosa o patriottica.
Mobilitazione contre la mobilitazione islamofoba del 18 gennaio
Publié le 9 janvier 2015 |
Davanti agli islamofobi, autodifesa popolare! Appello a mobilitazione per contrastare rassemblement islamophobe di domenica 18 gennaio.
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chiamata alla manifestazione antifascista del 18 gennaio
Mercoledì 7 gennaio, i locali del giornale Charlie Hebdo sono stati attaccati, la sparatoria ha provocato la morte di 12 persone. Non cadremo nel sostegno cieco a questo giornale perché non dimentichiamo che ha contribuito ad accentuare l’islamofobia che aleggia in Francia in questi ultimi anni in nome di una certa “libertà d’espressione”. Questa “libertà d’espressione” che permette di attaccare i più deboli socialmente e quindi di rinforzare il sentimento di oppressione dei musulmani.
Tuttavia, non avvalleremo mai le iniziative ignobili dei takfiris/khawarij che pretendono agire in nome dell’islam ma che si comportano esattamente come una setta, cercando solo di mettere i musulmani davanti ad una situazione che li spingerebbe a scegliere tra l'”unità nazionale” o unirsi al loro movimento.
Surfando questo clima, il gruppuscolo Riposte Laïque, vicino al BlocBloc Identitaire organizza un appuntamento per “l’espulsione di tutti gli islamisti di Francia”. Guardando i partecipanti, si può osservare che l’islamofobia lega il movimento identitario al movimento sionista poiché la LDJ (Ligue de Défense Juive) sarà presente, come alcuni hooligan indipendenti del Kop Of Boulogne, autoproclamati hooligans anti-salafiti. Quest’appuntamento incarna l’inizio di una dinamica nazionale sulla quale si innesterranno tutte le organizzazioni politiche e identitarie che si caratterizzano per la propagazione di un odio anti-islamico.
è per questo che noi, antifascisti e/o musulmani, credent_ o no, vogliamo riunirci per rifiutare l’Islamofobia. Che venga dai parti istituzionali, andando dalla sinistra Repubblicana all’estrema destra (stigmatizzazione di impiegat_ musulmani, blocco dei cantieri delle moschee.. ec), o dallo Stato come le leggi anti-velo a scuola, o quella sul niqab.