ma che fa la polizia?

E sì, signora mia, signore caro, che fa la polizia?

Siamo proprio a Montreuil, voi ed io: Montreuil, nella Seine-Saint-Denis. Che ci si abiti o che ci si passi, si hanno due occhi per vedere come essa rassomigli poco all’immagine che ne danno i giornali e i politici. Nessuna città saprebbe somigliare a queste immagini abbrutite (e abbrutenti), allora ho deciso di cominciare a descrivere cos’è Montreuil, aberrazioni ottiche comprese.
Montreuil, è grande, brulica di persone, è molto complessa ed è stupefacentemente tranquilla. D’altra parte, somiglia molto alle altre città nelle quali ho vissuto: lo Stato è ovunque, e la sua amministrazione ci accorda (o no) il diritto ad essere qui, al prezzo di tutti quei conti da rendere senza sosta in montagne di cartacce e di giustificazioni di esistenza. Fa regnare la sua legge, sotto l’infinita varietà delle sue uniformi, per assicurare il mantenimento di un ordine regolato dal profitto.

Come ovunque altrove, è questo che fa la polizia..

Il denaro è ovunque, ma non per tutti, evidentemente. Il lavoro non manca per nessuno – bisogna riuscire a sopravvivere nella metropoli – ma è il salario che è raro, poiché non si arriva mai a sfuggire veramente a tutte queste merci che . Anche i bisogni più primari, nutrirsi, avere una casa, spostarsi, sono sottomessi alla proprietà, che tutto l’arsenale repressivo serve a proteggere.

Come ovunque altrove, è questo che fa la polizia..

Ciò nonostante, qui, conosco persone un po’ ovunque. Sono molto differenti le une dalle altre, ma mi rassomigliano molto di più rispetto a quelli che si possono trovare sui cartelloni pubblicitari (che si trovano in numero crescente nel comune vicino di P, e che sono bianchi, giovani, magri e dinamici…). In generale, a modo loro, fanno come me: quello che possono. E si aiutano tra loro. Si organizzano per non sottomettersi (troppo) davanti ai padroni, alle agenzie interinali, agli affitti delle case popolari, ai controllori di ogni sorta. Spesso, lavorano per costruire qualcosa che piace loro: una casa, un asilo, un libro… A volte, si condivide un avversione certa per tutto ciò che ci precede, si cerca di comprendere come sbarazzarsene e quando si trova una idea anche piccola, ci si mette in gioco per metterla all’opera, e neanche questo è in fondo una pratica specificatamente montreuillese. Di questi ultimi tempi, ce ne è per tutti: occupazione di case, delle CAF, delle torri del municipio, manifestazioni, atti di resistenza alle retate dei migranti clandestini, solidarietà con gli scioperanti, assemblee, cene, canzoni… e ancora oltre…

Mercoledì sera, a Montreuil, è su tutto questo che la polizia ha fatto man bassa. Quello che è successo in quella serata, succede in molte altre città e nelle situazioni più disparate (manifestazioni, intimidazione degli abitanti di certi quartieri…). Una volta ancora, parlare di errori sarebbe semplicemente del tutto menzognero.

Poiché cosa fa la polizia in fondo, eh? Che fa la polizia a Montreuil?

Essa gioca al tirassegno nelle vie della città, caro signore, preme il grilletto contro tutto ciò che si muove, su tutto quello che non rientra nei ranghi. Un avviso ai sostenitori della democrazia partecipativa: per garantire la perpetuità di questo bel sistema, la polizia repubblicana mira alla testa!

E sì, la polizia repubblicana.

Quella che fa degli auto-tamponamenti con gli scooter degli adolescenti – moratoria sulle auto della polizia! – quella che carica dentro agli aerei dei pacchetti umani soffocandoli con dei cuscini – moratoria sui cuscini! – quella che convalida un processo verbale di messa in custodia cautelare fino alle 22 e firma un certificato di morte alle 6 del mattino – moratoria sulle custodie cautelare – eccetera… La specificità del ricorso sistematico al lancio di flash-ball, che ha il vantaggio per i poliziotti che ne fanno uso di mutilare senza uccidere – il che li esporrebbe a qualche problema amministrativo e a un leggero ritardo sul momento in cui avranno diritto alla loro pensione – deve certo essere preso in considerazione, ma bisognerebbe essere particolarmente ottusi o perfettamente in cattiva fede per sostenere che la questione della violenza della polizia si riduca a questo.

Perché in fondo, signora mia, signore caro, tutto il mondo sa cosa fa la polizia.

Tutto il mondo lo vede, massacra gli occhi.

Un gatto selvaggio della Boissière

 

 

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